giovedì 28 luglio 2011

Le Dieci Fregature n°2: Kill Bill

Dire che è tutto già visto è dire poco e male, se si vuole criticare uno come Quentin Tarantino, autore che fa del citazionismo un'arte ricolma di estro, inventiva e personalità...Almeno di solito.
Ma non è questo il problema di Kill Bill. Per quanto mi riguarda, il fallimento di questo film ha radici ben più profonde, direi anche culturali.
Kill Bill, nel suo tentativo di raccontare una vendetta al femminile, ponendosi sopra le righe a tutti i costi, è poco più che un lungo esercizio tecnico, scontato nel soggetto e nelle caratterizzazioni. Ciò che non funziona è proprio un soggetto che basa il 90% della sua ragion d'essere sull'ironia che dovrebbe suscitare l'atteggiamento "anticonformista" -cinico, violento, volgare- delle donne presenti nel film (il restante 10% è una trama banale, qualche simpatica trovata di natura estetica, come i frammenti di anime e alcuni eccessi exploitation-splatter, e...?).


Che dire: a me non fa ridere. Mi sa molto di stereotipo "all'incontrario" (come quando i negri hanno per forza il senso del ritmo e il pisello grande mentre i biondoni sono tutti freddi, cattivi e parlano una brutta lingua). Ma l'ironia, si sa, si basa anche sui tabù, sui pregiudizi. E non tutti noi, o quantomeno io, ci scompisciamo dal ridere nel vedere una donna (termine più appropriato sarebbe "gnocca") dire all'altra: "Fammi godere, troia" mentre la scazzotta. E magari -ahah- nella scena successiva preparare la merenda alla figlioletta, come nulla fosse.
Mah, sarà che io alcune donne così le ho conosciute? Però, allora, non dovrei ridere nemmeno quando uno dei miei comici preferiti, Kalabrugovich, interpreta i tamarri di periferia milanesi (e quanti ne conosco!!!)


Invece, me la rido di brutto! 
Per tornare al tema, credo che seguendo questo ragionamento non dovrebbe farmi ridere nemmeno tutto quell'insieme di splendide interpretazioni, relazioni, dialoghi tostissimi e spettacolarmente femminili, che impreziosiscono un -grande- film di Tarantino: Grindhouse

In definitiva Kill Bill sa di tavolino, di legno stantio lungo quattro (dico QUATTRO) ore: nasce vecchio, artificioso, inutile. Non infrange i tabù ma si limita a giocherellare con le (brutte) vestigia e le (ripetitive) acrobazie di questo angelo vendicatore, con immancabile spada, invero molto stereotipato. Ma una donna che si vendica con tanta, tanta cattiveria, un po' di citazioni di genere e buone inquadrature non regalano l'anima ad un film.


PS. Adoro Tarantino, amo Le iene, Pulp Fiction, Bastardi senza gloria, ma questo film, come fu per Four Rooms (che fortunatamente non viene osannato come Kill Bill), per me è una vera delusione, visto che si parla di uno che considero fra gli autori più bravi e talentuosi degli ultimi vent'anni.

Link alla Fregatura n° 1 (si distingue anche lei per brevità, film per la televisione impropriamente giunto in sala, c'è Lo (S)Cascio...Che altro devo dire? 

5 commenti:

  1. Apperò. Bravo oh, anche se non concordo sul tuo giudizio andare controcorrente significa mettersi in gioco, e farlo non è da tutti.
    Dei Bastardi che ne pensi? Ecco, questa per me è stata un po' una delusione tarantiniana.

    (Grindhouse bello bello e goduto al cinema in una sala semivuota)

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  2. Grazie Eraserhead per il tuo commento (ogni volta che leggo il tuo nick mi viene in mente quel grandioso film...Ahhh). Il mio è un po' un gioco: scrivere una stroncatura con saccenteria, presunzione e..con l'accetta. Ma tutto quello che dico con tali toni e modi, lo penso davvero!
    Non vorrei sembrare sperticato su tutti i fronti, ma mi chiedi di un film che per me è un capolavoro (diciamo, per sembrare meno eccessivi, che è un capolavoro del cinema mainstream contemporaneo).

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  3. Sì beh l'idea del finale con il cinema in grado di cambiare il corso della Storia è una meraviglia, da rimanere così :O.
    Però ricordo una profusa sensazione di un certo compiacimento autoriale, del tipo: "ehi guardate come sono bravo, che dialoghi, che occhio cinefilo!" In effetti praticamente tutto il cinema di Tarantino è così: modellare con creta finissima un vaso da notte attraverso citazioni e rimandi e tecnica sopraffina ecc. ed ecc., ma che dire, se fossi un critico saprei come spiegarmi, invece sono un povero cineblogger e su quel retrogusto amaro che provai uscendo dalla sala non seppi spiegarmi, così come adesso.
    Mo' ora mi metto pur io a svalutare Tarantino, tsk :)

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  4. Nooo, ti sei fatto capire benissimo, altro che critico! E' una sensazione forse inevitabile per certo cinema. Diciamo che quando ad emergere sono altri aspetti, a partire dalla sceneggiatura, la regia e il montaggio, ovviamente, quella cosa che dici te resta sullo sfondo, magari anche piacevolmente. Ad ogni modo il film peggiore in assoluto di Tarantino per me è Four Rooms...veramente senza senso!! E dall'altro lato, come fare a meno de Le iene, Grindhouse - Death proof e Bastardi senza gloria?

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  5. Beh, finalmente invece qualcosa su cui non sono per niente d'accordo, e parlo dell'amore per Tarantino (e dico finalmente, altrimenti poi, ad andar sempre d'accordo su tutto, si corre il rischio di appiattire la discussione e di far venir meno il confronto).

    Dunque, a me Tarantino non riesce proprio ad esaltarmi. Il suo film che mi è piaciuto di più è probabilmente quello che viene osannato meno dai fan, ossia: Jackie Brown, che racconta una storia bellissima.
    Sì, per carita, Pulp Fiction ha innovato la storia del cinema, sullo stile originale ci siamo, concordo, e in questo specifico film è riuscito a compiere una vera operazione cinematografica, ossia mettere il contenuto al servizio della forma, però per il resto ci scorgo un'autoreferenzialità fine a se stessa.
    Intendiamoci, i suoi film li guardo volentieri, solo che non mi fanno venir voglia di gridare: "capolavoro"!.

    Tutto quello che dici di Kill Bill io lo trovo anche negli altri suoi film. Trovo che abbia poco da dire, proprio a livello di contenuto. O forse, semplicemente, quello che dice non mi interessa più di tanto.

    Preferisco il suo amico Rodriguez allora, di cui ho apprezzato moltissimo "Sin City".

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