La visione di due film, belli ed intensi, stanno alla base di questo (tentativo di) post. Il primo è Polisse (un poco ne avevo già parlato), della regista e attrice Maïwenn Le Besco; il secondo, visto più di recente, è ...E ora parliamo di Kevin, di Lynne Ramsay.
Il primo è un film di pancia che non si dimentica la testa: appassionante, sentimentale, indigesto.
La sceneggiatura è graffiante e gli attori sono in stato di grazia: conseguenza, in buona parte, del metodo di lavoro scelto dalla Le Besco: "Lungo periodo di internato negli uffici della BPM (Brigade de protection des mineurs), massiccia raccolta di materiale osservato o riferito dai flic della “brigade des biberons” (lo sprezzante nomignolo col quale le altre sezioni della polizia chiamano la BPM) e stesura di un primo e magmatico abbozzo di sceneggiatura (successivamente rielaborata e disciplinata grazie all’apporto di Emmanuelle Bercot). Un apprendistato sul campo che pur in misura meno radicale ha coinvolto l’intero cast, sottoposto a uno stage concentrato in una settimana con due ex poliziotti della BPM. Obiettivo: approfondire la conoscenza delle tecniche della brigata e cementare il gruppo." (da Gli Spietati, Alessandro Baratti)
La pellicola si concentra sul lavoro e la vita personale dei poliziotti protagonisti, stillandone una narrazione corale e emotivamente coinvolta.
Il secondo è il racconto a tappe di una relazione che, a dir niente, è alla base di Tutto; quella tra una Madre e il suo Bambino. Il film percorre tutte i passaggi dell'esistenza intrecciata di una madre (Eva) con un figlio (Kevin) "troppo difficile da gestire", un padre normalmente alienato e una adorabile sorellina che finirà per essere l'agnello sacrificale nel rapporto tra Eva e Kevin.
Un film che strazia e mette in gioco perchè "Ramsay riesce nella difficile impresa di trattare anche le emozioni come fatti, componendo il film come un organismo vivo, che pulsa e disturba, molto affidandosi agli interpreti (Kevin è Ezra Miller, visto in Afterschool) e alla narrazione franta, screziata dalle sghembe melodie di Jonny Greenwood (Radiohead); un film che, non suggerendone nessuna, invita a molte letture (psicanalitiche, sociologiche, anche politiche), ma senza crogiolarvisi, anzi, preferendo la sospensione dei dibattiti e ponendo sul piatto il rapporto tra una madre Antagonista (il conflitto è continuo e si gioca su un terreno che è palese solo per i due contendenti), Vittima (l’episodio del braccio rotto è quello che stabilisce il gioco di potere di Kevin sulla donna: il bimbo sa di avere un’arma e sa che lei ne è consapevole), Totem (Kevin, sorpreso ad ammirare la gigantografia di Eva esposta nella vetrina della libreria, darà voce, a suo modo, al suo protagonismo) e Rifugio (la prostrazione della malattia abbassa le difese del bimbo e smaterializza il suo copione quotidiano, scoprendolo per quel che è: attaccato alla madre, insofferente verso la sollecitudine entusiasta e asfissiante del padre) e un figlio che se ne fa specchio deformato (il volto di Eva e Kevin si confondono nell’acqua) e che più che per vendicarsi di lei lasciandola viva e sola in un deserto, sembra distruggere ogni ostacolo (casa, padre, sorellina, passato materno – remoto e prossimo -) per un reset mostruoso che gli consenta, infine, di amarla ed esserne amato. Nel dolore, ma liberamente." (sempre da Gli Spietati, Luca Pacilio)
Il secondo è il racconto a tappe di una relazione che, a dir niente, è alla base di Tutto; quella tra una Madre e il suo Bambino. Il film percorre tutte i passaggi dell'esistenza intrecciata di una madre (Eva) con un figlio (Kevin) "troppo difficile da gestire", un padre normalmente alienato e una adorabile sorellina che finirà per essere l'agnello sacrificale nel rapporto tra Eva e Kevin.
Un film che strazia e mette in gioco perchè "Ramsay riesce nella difficile impresa di trattare anche le emozioni come fatti, componendo il film come un organismo vivo, che pulsa e disturba, molto affidandosi agli interpreti (Kevin è Ezra Miller, visto in Afterschool) e alla narrazione franta, screziata dalle sghembe melodie di Jonny Greenwood (Radiohead); un film che, non suggerendone nessuna, invita a molte letture (psicanalitiche, sociologiche, anche politiche), ma senza crogiolarvisi, anzi, preferendo la sospensione dei dibattiti e ponendo sul piatto il rapporto tra una madre Antagonista (il conflitto è continuo e si gioca su un terreno che è palese solo per i due contendenti), Vittima (l’episodio del braccio rotto è quello che stabilisce il gioco di potere di Kevin sulla donna: il bimbo sa di avere un’arma e sa che lei ne è consapevole), Totem (Kevin, sorpreso ad ammirare la gigantografia di Eva esposta nella vetrina della libreria, darà voce, a suo modo, al suo protagonismo) e Rifugio (la prostrazione della malattia abbassa le difese del bimbo e smaterializza il suo copione quotidiano, scoprendolo per quel che è: attaccato alla madre, insofferente verso la sollecitudine entusiasta e asfissiante del padre) e un figlio che se ne fa specchio deformato (il volto di Eva e Kevin si confondono nell’acqua) e che più che per vendicarsi di lei lasciandola viva e sola in un deserto, sembra distruggere ogni ostacolo (casa, padre, sorellina, passato materno – remoto e prossimo -) per un reset mostruoso che gli consenta, infine, di amarla ed esserne amato. Nel dolore, ma liberamente." (sempre da Gli Spietati, Luca Pacilio)
PS Non solo E ora parliamo di Kevin, ma anche Polisse fa un uso molto sapiente della musica, veicolo
imprescindibile per accompagnare i forti tratti relazionali
di questi lavori così ricolmi d'odio e amore...
Due grandi film, interessanti le tue considerazioni e quelle riportate.
RispondiEliminaForse Kevin mi è piaciuto ancora di più, se vuoi ti rimando alla rece.
E se vogliamo fare un trittico allora guarda Il Sospetto, appena recensito.
Un capolavoro come pochi per me.
Ciao MG !
Rimanda pure!
RispondiEliminaIl sospetto mi è sfuggito completamente! E dire che leggo che è di Vinterberg! Ora cerco fra i fiumi pescosi...
Polisse non l'ho ancora visto, ma Kevin è stato un bel pugno allo stomaco. Credo di dovermi ancora riprendere e il mio desiderio di maternità ci metterà un po' per arrivare...
RispondiEliminaCome ti consiglia oh dae-soo, guarda Il sospetto, anche quello non è facile da digerire ma ne vale la pena!
Anche a me, da papà, mi ha fatto riflettere mica poco
Eliminahttp://ilbuioinsala.blogspot.it/2012/06/e-ora-parliamo-di-kevin.html
RispondiEliminamerci, ho letto con piacere!
Eliminaemme... guarda anche Ratcatcher, lo dico? Mi è piaciuto di più rispetto a Kevin.
RispondiEliminaMi sa che ti avevo risposto su Kevin, ho controllato! Ne criticavi alcuni aspetti "irrazionali" del personaggio di Kevin. Ma Ratcatcher non l'ho visto e di certo -se lo pesco- me lo vedrò.
EliminaSì non mi tornava qualcosa in Kevin. Ratcatcher lo trovi facilmente in italiano ;)
EliminaScusate se ripesco sto vecchio post..Ratcatcher l'ho trovato, ma il sospetto mica. Sapete consigliarmi?
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