Orphans - Thomas Benjamin Kennington |
Nella mitologia, la tenera eta della figura dell´orfano comunica, da una parte, la sua piccolezza e impotenza, ma dall´altra la sua precocita`.
Egli e` molto spesso un eroe civilizzatore, portatore di luce: e` in possesso di doni o capacita`speciali, viene perseguitato da forze oscure e circostanze avverse e spesso e` aiutato dalla Natura, tramite animali selvaggi, alberi, o piante, il Sole, la Luna, le stelle, una fata, una strega, un mago, uno stregone. Grazie alla sua infantile sincerita` e capacita`, l´orfano e` capace di procurarsi fonti di aiuto tanto inattese quanto quanto poco convenzionali e, pur essendo un ingenuo, puo` anche superare la sapienza e la conoscenza dominanti. L´individuo per difendersi puo` decidere di isolarsi dal mondo, o dal Se`, rigettando le opportunita` di integrazione.
Una prospettiva del tutto diversa e` rappresentata dall`orfano come autentico fine dell`individuazione. L`alchimia definiva con l´attributo di “orfano” la sua pietra filosofale, evidenziando l´unicita` del Se` individuale e anche il mistero delle sue sorgenti, un amalgama di fattori consci e inconsci.
L´ orfano e` “piu` piccolo del piccolo, piu` grande del grande”, la qualita` al contempo ordinaria e straordinaria del Se`.
Eppure, diventare cio` che si e` veramente, nella propria unicita`, puo` anche implicare un solitario superamento dello spirito dominante di un`epoca o di un luogo. In questo senso l`orfano e` un punto di arrivo che puo` essere sperimentato sia come una gemma, un “solitario”, sia come una condizione di solitudine."
(da "Il Libro dei simboli - Riflessioni sulle immagini archetipiche" - AA.VV. - Taschen ed.)
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