PROLOGO
Sintesi
Quadri in movimento
Museo del Novecento, a tinte grezze
"Melancholia"
Ai margini del Mondo:
Un Bosco
Un Fanciullo
Una Sposa
OUVERTURE
OUVERTURE
Le Limousine non passano le curve strette
Candore e Progresso non batteranno cassa
DELLA SPOSA
Justine
Di Marie Antoinette ha i muscoli facciali.
Sa quelle cose,
Polvere
Oggi si muore
"Io ci provo, sorella mia!"
Ma senza dono niente sposo:
Nel Castello
Pochi brinderanno a Noi
Non certo una Madre di vetro,
E un Padre nel vetro, nemmeno
Fraterna Tabella di Marcia
Imboccami il passo
Stringimi il cuore!
Io
So
Morire
DELLA LUCE
DELLA LUCE
Claire cavalca,
Altra faccia di Antichrist,
Creatura attenta,
Fertile, operosa
Un Uomo accanto
"Lui studia, lui sa"
Uno tosto, va bene,
Ma in quanto a Morte...
Si faccia da parte!
I telescopi non divinano
Le Buche chiamano Angeli Infernali
Le Buche chiamano Angeli Infernali
UN FANCIULLO
Apprende
Fonde
Distingue
E poi rifonde.
Come il cielo di Bilancia e Scorpione.
Lo sposo di Justine
Fonde
Distingue
E poi rifonde.
Come il cielo di Bilancia e Scorpione.
Lo sposo di Justine
NEL BOSCO
Tentacoli
Scorze di Tuoni
Scintillii di carne e castagni
Ombre su Ombre
Scintillii di carne e castagni
Ombre su Ombre
UNO
Dici Anima dici Cosmo
Justine sa
Rimettersi al Vuoto
Depressione Cosmica
E IL FINALE E' METACINEMA
Si esce finiti
Si esce finiti
Si esce finiti. E sfiniti dall'emozione.
RispondiEliminaBellissima recensione in versi, che rende meglio di tante parole spese su questo film. Proprio perché immediata, e nella sua immediatezza restituisce l'anima del film, senza appensantirla di riflessioni verbose (come, ahimé, ho fatto io, per esempio) ;-)
Su un blog che seguo, e di cui stavolta però non condivido il giudizio di Melancholia, ho trovato però questa definizione della depressione che è interessante: la depressione come accettazione patologica della morte. E direi che Melancholia ci sta tutto.
Riporto per correttezza la recensione in questione:
http://lennynero.wordpress.com/
Un saluto :-)
Grazie di tutto, Biancaneve.
RispondiEliminaLa depressione è un mare di cose, meriterebbe oceani di parole e riflessioni. E' anche considerata, in un certo senso, dalla psicologia, come condizione naturale dell'adulto che riconosce i limiti della propria esistenza...
Sì, per questo infatti mi ha colpito quella definizione che ti ho riportato da quel blog (che poi, sono andata a controllare, è: ... come accettazione INNATURALE della morte, e non patologica, essendo tautologico dire patologico, visto che la depressione E' una patologia... vabbè, quisquilie, il senso comunque è quello che riporta alla consapevolezza della propria mortalità).
RispondiEliminaNon mi è piaciuto e lo dirò tra non molto.
RispondiEliminaCosa intendi per finale che è metacinema?
Non vorrei rovinare la sorpresa a chi non l'ha visto...Diciamo che è un finale in cui la sala da cinema sembra diventare teatro (per voi non è stato così?)
RispondiEliminaUhm... intendi proprio la scena della capanna?
RispondiEliminaPer me è stata solo la prevedibile conclusione del tutto :D; davvero, è un film in cui non sono riuscito a trovare niente che non venisse già mostrato sulla pellicola con una prima parte tediosa che mi ha fatto sprofondare nella poltroncina.
No, intendo dopo la capanna...Comunque a me il film è piaciuto, ma non grido assolutamente al capolavoro
RispondiEliminaUrca... davvero visto visto visto... sono costretto a vederlo quanto prima!!!
RispondiEliminaQuesto film mi è passato davanti senza alcuna collisione: la sua luce mi ha inondato, ma non invaso. I film precedenti del Lars invece procuravano magoni
RispondiEliminaSulla scia di Antichrist, lo trovo anche io meno da magone, forse in questo senso più "maturo" -come dicevo a proposito della depressione, con Biancaneve. Ma (per questo?) anche più assoluto e universale nel suo pessimismo.
RispondiEliminaBellissimo film e bellissima poesia-recensione sintetica eppure completa.
RispondiEliminaGrazie, mi fa piacere sapere che sia completa...Purtroppo chi non ha visto il film invece dice che non ci si capisce una mazza. Del resto le recensioni si leggono DOPO!
RispondiEliminaConsiglio queste letture, da gli Spietati (voti stellari!)
RispondiEliminahttp://www.spietati.it/z_scheda_dett_film.asp?idFilm=3910http://www.spietati.it/z_scheda_dett_film.asp?idFilm=3910
Caspita che recensione...
RispondiEliminaIo sono forse l'unico che non si vergogna di gridare al capolavoro invece. Però non vincerà la mia top 15, la vincerà un altro che conosci...
Non sei l'unico, anzi, sei in ottima compagnia, a partire dagli Spietati, se segui il link. Se proprio dovessi dargli un voto, farei fatica, dovrei dividerlo per "apparati". Darei 9 a soggetto, fotografia e produzione esecutiva, 6 1/2 alla sceneggiatura...Insomma il voto alla fine sarebbe tra il 7 e il 7 e mezzo. Ma questo non vuol dire che la portata "mistico-psicologica" di questo film non mi abbia convinto e avvinto straordinariamente!
RispondiEliminaAssolutamente condivisibile ed equilibrata la tua disamina.
RispondiEliminaIo però quel secondo tempo vissuto al cinema quasi in apnea non lo posso dimenticare. I miei voti, malgrado conosca benissimo altri elementi come tecniche e sceneggiatura (scusa per l'apparente presunzione, è solo che ho studiato ste robe per un anno), la maggior parte delle volte sono molto emotivi perchè alla fin fine è quello che ricerco nel cinema, l'emozione.
Pure io. Emozione e Verità (nel senso di conoscenza, interiorità). Credo che il fatto di scriverne quella poesia ne sia il segno.
RispondiEliminaAnche io di quel film ho apprezzato molte cose in apnea, e sentivo così vera e forte la depressione magnetica della Dunst, e tutta la semplice complessità del personaggio di Claire. Un'apnea forte e prolungata come immagino sia stata la tua io la provai, a suo tempo, con un altro film proprio di LVT: Dancer in the dark. Da quando partì il primo ballo nella fabbrica, non ho più respirato. Che bello
Assolutamente.
RispondiEliminaUn altro film che mi ha provocato questo senso di apnea (ovviamente ci riferiamo a una sorta di apnea mentale assimilabile all'angoscia) è il recente Eden Lake.
Per quanto riguarda invece un senso apneico più vicino a quello comune del termine, ossia il desiderio impellente e disperato di respirare, il sentirsi soffocare, la scena che ricordo più devastante sotto questo punto di vista è, manco a farlo apposta, sempre di LVT, specificatamente nel bel Europa (il migliore della trilogia E).
Quando?
Beh, in una scena proprio di apnea, quella sotto ipnosi, devastante.