mercoledì 14 maggio 2014

Da leggere a scuola



"Non dirmi che hai paura" racconta la storia della giovane atleta somala Samia Yusuf Omar, venuta su nella penuria dei mezzi e nel terrore della guerra civile eppure partecipante, senza allenantore e opportuna alimentazione, alle Olimpiadi di Pechino 2008. Samia sognava di correre a Londra ma affogò nel tentativo di arrivare in Italia dopo 18 mesi di terribile "viaggio della speranza" sulle cui rotte, oggi come e più di ieri, si muovono e muoiono migliaia di persone in cerca di futuro.

Giuseppe Catozzella, grazie al suo talento narrativo e ad un accurato lavoro di ricerca, si immerge nella voce delicata, testarda e africana di una giovanissima podista la cui ultima delle intenzioni era lasciare casa. Eppure e alla lunga, dopo devastanti privazioni di affetti, condizioni e prospettive di vita, Samia si ritrova in quel Viaggio che migliaia di persone compiono ogni giorno, sfinite e in condizioni di semischiavitù .

Il romanzo di Giuseppe ha il merito di saper raccontare, con la delicata profondità della voce di Samia, la realtà del Viaggio e della guerra civile. Realtà che non possono essere risolte - e ben poco scalfite - raccontandosi la barzelletta dell "aiutiamoli là" perchè, diciamolo un'altra volta, le migrazioni non possono essere fermate e le guerre cancellate con un colpo di spugna o donando 50 euro.

Ma "Non dirmi che hai paura" è con lo stesso merito e spessore racconto di gioventù, femminilità, sport, amicizia e famiglia. E' racconto di cultura altra che, grazie ad autore e protagonista, si accosta a noi con naturalezza.

"Non dirmi che hai paura" è un libro da leggere a scuola per incontrare in modo diretto e coinvolgente la vicenda di una giovane donna che cerca la sua strada, in uno scenario spietato e lontano ma infine compreso e meno diverso da quello che ci si potrebbe aspettare.  

Un libro da leggere a scuola oggi per conoscere in modo essenziale (senza enfasi interpretative o emotive) quali sono le dinamiche e i costi di ogni genere e tipo del Viaggio migratorio.

 

A Giuseppe mando un sentito ringraziamento per questo ottimo lavoro di recupero e di narrazione, dal profondo significato umano e politico.

A Samia, lassù, vorrei dire: "Tua nipote ti sia -sembra già esserlo, dalle foto!- specchio e testimonianza di vita allegra e vincente, alla faccia di miliziani e altre boiate guerro-patriottarde. Lei potrà correre ancora e alla pari con le altre, e questo anche grazie a te."

4 commenti:

  1. sono d'accordo con la lettura a scuola, anche per dare un nome e una faccia a quei morti che sono solo numeri.

    ne avevo scritto qui:
    http://stanlec.blogspot.it/2014/04/non-dirmi-che-hai-paura-giuseppe.html

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    1. sì. grazie della segnalazione, ho letto da te.
      è una vicenda tanto straziantequanto intrisa di tenerezza e semplicitià. sono anche contento perchè giuseppe lo conosco personalmente, e dopo alveare che già meritava questo libro sulla storia di samia lo fa entrare senz alcun problema tra gli autori più importanti in italia.
      personalmente sto cercando di diffonderlo il più possibile anche per il contenuto, molto attuale e pedagogicamente utile.

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    2. per la diffusione credo che finora ne avrò regalato 5 o 6 copie :)

      gli altri non li conosco, quale mi consiglieresti per secondo da leggere?

      o è meglio aspettare i prossimi che pubblicherà?

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    3. Giuseppe non ha (speriamo di poter dire "ancora") scritto molti romanzi. Io ti consiglio il precedente, Alveare. Forse meno "universale" e compiuto di Non dirmi che hai paura, ma molto interessante, specie se sei nato e cresciuto dalle nostre parti...

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