venerdì 25 marzo 2011

Meraviglie di Milano, Meraviglie del Cinema: Festival del Cinema Africano (con SUPERCHICCA)

..e d'Asia e America Latina, da ormai diversi anni.
Ventuno edizioni per un evento di grande qualità e umanità
Qualità perché è un festival che fa della ricerca, dell'esperienza, e della poliedricità dello sguardo un elemento strutturale della selezione. 
Umanità perchè nasce da un'esperienza di lavoro sociale, interculturale e solidale (il Centro Orientamento Educativo), svolto in modo umile e professionale. E soprattutto perché tutto ciò arriva anche a chi frequenta l'evento, ricco di incontri con i protagonisti, collaborazioni felici (Naga, Fà la cosa giusta, ecc), momenti di approfondimento, e privo delle insopportabili puzze e puzzette, (s)fighette e servetti che spesso infestano, soprattutto a Milano, questo genere di contesti. 
Come motivi per farne una Meraviglia di Milano mi sembra che ne abbiamo a sufficienza Passiamo a qualche esempio di lavori visti in questi giorni e a una vera superchicca che viene da un'edizione del passato.
Per prima cosa Pumzi, il primo film (cortometraggio) di fantascienza prodotto in Kenya

Uno sguardo nero e moderno sul tema del controllo sociale e della vita, con speciale riferimento al suo principale elemento costituente, l'essenza con cui gli africani hanno particolare e ovvia affinità: l'acqua. La sensazione avuta a fine proiezione? Un grande dispiacere perché non se ne fosse fatto un lungo.

Poi il bel film ciadiano, già presentato a Cannes 2010, Un homme qui crie

Struggente è il canto della giovane fidanzata, intonato dopo laver ascoltato le parole del padre del figlio che porta in grembo, arruolato in modo coatto (e con la complicità del padre) dall'esercito, a causa della spaventosa guerra civile. Il film è un godibile viaggio con ritmo e logiche africane nel rapporto tra un padre e un figlio prima complici e colleghi, poi rivali e divisi...Perchè tutto si evolve e si deve evolvere (il figlio vuole crescere e l'Edipo è sempre l'Edipo), ma vi sono derive (la guerra civile e il Potere) che mettono fine ad ogni sogno.

Infine la...SUPERCHICCA!!
(con promessa di approfondimento in apposito post)

VHS Kahloucha (altrimenti conosciuto come Il Tarzan degli arabi), di Nejib Belkadhi.
Le spassose e illuminanti vicende di Kahloucha, un imbianchino dei quartieri poveri di Sousse, noto centro turistico tunisino, la cui prima e ossessiva passione è Madame Cinema. Gli abitanti di Sousse farebbero a botte per recitare in Tarzan degli arabi o ne La battaglia di Fatima contro la bottiglia, che poi sono alcuni dei titoli dello stupefacente primo video(b)maker del Maghreb.
Non avete ancora capito. Kahloucha è estro allo stato puro. E' capace di dar fuoco alla propria casa per riprendere realisticamente un incendio, e nonostante ciò (in virtù di ciò!!) essere considerato un grande. E' un regista conosciuto da molti migranti, i quali vedono i suoi film all'estero non solo per scompisciarsi dalle risate, ma soprattutto per vedere i parenti che vi recitano. Tutto, infatti, è a budget zero e con distribuzioni (quelle sì) clandestine e artigianali nei bar di mezzo Mediterraneo.

Imperdibile. Forse solo in posti come la Tunisia, o come Napoli, luoghi magici, maledetti e bellissimi, possono maturare simili frutti.

P.S. Il sito del Festival

3 commenti:

  1. ho sempre voluto approfondire il cinema africano, mareperire i film è davvero difficilissimo!!!
    Bell'articolo comunque. Spesso invidio voi che vivete nelle grandi città e che potete assistere a manifestazioni di questo tipo...
    (anche se adesso qui a dundee in scozia mi attende una settimana di horror film festival!)
    Di kahlaucha ne avevo già sentito parlare! spero di vederlo un giorno...

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  2. Un giorno che capiti a Milano te lo faccio avere, perchè merita davvero, come ti dicevo. In ogni caso sul Tubo dovresti trovarlo diviso in parti, sai?!

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  3. ottimo allora, lo aggiungo all'ormai interminabile lista! a milano ci sono venuto una sola volta in vita mia! forse un giorno...

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