lunedì 28 febbraio 2011

Volare, nero


Nina veste di bianco e di rosa.
Nina è pietra di betulla. Algida.
Nina danza da sola.
Nina ha una madre sul collo e tanto lavoro alle spalle.
Nina abita una fiaba senza fine.

Lili è nera, Lili viene dall'Ovest.
Lili mangia, Lili balla.
Lili è un ragno che salta.
Lili è una cantilena di natiche per Rothbart.

Beth è oltrepassata, oltraggiata, risvegliata.
Beth era perfetta, ora è morta, è una reietta.

Nina ruba qualcosa a Beth, ma tutto resta com'è.
Nina ruba qualcuno a Lili, perchè tutto resti com'è.
Ma il Bianco muta in Nero.
La bestia si fa uomo.
Sdoppiando verso il basso.

Tutto qui mi ricorda Ricky, Eli ed altre metamorfosi.
Per non dire delle lacrime e dei tonfi di Randy.
Darren Aronofsky è entrato NEI piedi di Nina e NELLE vene di Randy.
Eccessivo, non ossequioso, nel dividere.

Rothbart dice:
"Stupire se stessi (per)
Stupire gli altri e
Lasciarsi andare"

Questa è perfezione.
Questo è canto di cigno.
Nero!


Recensione in forma di poesia del film Il cigno nero, di D. Aronofsky (recensione "tradizionale")
E già che ci siamo e citiamo, consiglio vivamente la lettura di quella, che sposo parola per parola, del bellissimo (più de Il cigno nero, senza dubbio) precedente film di Aronofsky, la storia di Randy "The Ram" Robinson, The Wrestler. 

17 commenti:

  1. Recensione davvero molto originale!!!
    Anch'io ho trovato questo film bellissimo!

    RispondiElimina
  2. Grazie del commento! Chissà se anche chi non ha visto il film qualcosa coglie...Lettori che non scrivono qui mi dicono di sì, ma chissà...Ciao!

    RispondiElimina
  3. Gran bella variante d'analisi! Film molto buono.

    RispondiElimina
  4. Grazie. Film molto buono...ma non superiore a The Wrestler, per me. Ciao!

    RispondiElimina
  5. Per me invece è più bello di the wrestler, ma sono punti di vista. Entrambi grandissimi film!

    RispondiElimina
  6. Ciao Emmegì, ricambio la visita in questo post dedicato al "Cigno nero" che ho amato molto :)
    Ti ho aggiunto fra i blog amici, grazie ancora e ci si rilegge!

    RispondiElimina
  7. Ma sai che io me lo sono perso?
    :-(
    Di questo avrei proprio voluto fare una Recensione...
    Gradevolissima e originale la tua!

    Ciao

    RispondiElimina
  8. Si trova, nel web.
    Però è proprio un film da vedere in sala...

    RispondiElimina
  9. Bellissima e originale recensione, degna del film. Complimenti^^ ricambio volentieri il link.

    RispondiElimina
  10. Ottima impresa dimenticare la prosa per recensire, bravo! Wrestler e swan. Film entrambi di livello. Legati, mi sembra, dalla gigantesca presenza fisica dei protagonisti. Mickey più vicino alle mie corde (del ring?), natalie forse troppo lynchiana per i miei gusti. Però che lavoro. Potresti vederli senz'audio.

    RispondiElimina
  11. Ciao Ettore, condivido quanto dici! Ho poi visto uno dei -mi pare tre- film diretti precedentemente da Aronofsky, Requiem for a dream. Film più "estremo", mi è piaciuto parecchio, specie per alcuni aspetti (come il personaggio e la vicenda della madre, è notevolissimo). Questo titolo, secondo me, anticipa e permette di pregustare il talento dell'autore, la cui "maturità" sarà poi evidente con i successivi due film.

    RispondiElimina
  12. Una recensione in versi non l'avevo mai letta. Complimenti!
    Nina è sorella di Randy, entrambi non riescono a vivere senza un palcoscenico su cui mettere in scena le proprie pulsioni autodistruttive.
    Cugini stretti dei personaggi di Requiem for a Dream, figli di una cultura in cui il successo personale passa attraverso l'approvazione dello sguardo sociale (sociale: della società, che giudica, che pretende il massimo, in cui il fallimento non è contemplato).

    Complimenti, bel blog. Passerò a trovarti spesso. E sono curiosa di leggere cosa scriverai su Melancholia.

    RispondiElimina
  13. Ciao Biancaneve, grazie delle tue parole, condivido la lettura di queste parentele tra i giovani personaggi di Aronofsky. Requiem for a dream, poi, l'ho trovato un grande film, il cui primo merito è il personaggio della madre, una schizofrenia al cesello davvero ben riuscita, non trovi anche tu?
    Verrò a trovarti anche io di certo, anche se ultimamente ho dovuto ridurre i tempi di frequentazione e soprattutto scrittura nel pazzo mondo dei blog. Infatti mi sa che pure il post di Melancholia sarà in versi, più un omaggio che una recensione...
    PS Ti assegno la palma come "Miglior nick del mese", che bello che è.

    RispondiElimina
  14. Sì, certamente, il personaggio della madre in Requiem for a Dream è eccezionale. Ed anche il più disperato, secondo me. Anche perchè riflette una realtà piuttosto diffusa nelle tristi province americane, ossia quella di credere che se non appari in tv - almeno per un secondo - non sei nessuno. Dipinge bene il dramma della società mediatica americana. Più che schizofrenica la definirei nevrotica però. Comunque il film è un capolavoro, io infatti ho scoperto Aronofski ed ho iniziato a seguirlo proprio da lì.

    Ti ringrazio per per la palma come miglior nick del mese :-)
    Biancaneve è una favola nerissima, in effetti, (ovviamente la versione originale dei Fratelli Grimm, non quella disneyana) ed era la mia preferita da bambina. Ma anche di adesso, dai :-)
    Poi con calma voglio leggere cosa scrivi di Cronenberg, che è uno dei miei registi preferiti.

    RispondiElimina
  15. Hai ragione" Diciamo allora una nevrosi che sfocia in una scissione "psicosociale" tra realtà e finzione?
    In quanto fiaba particolarmente Nera (e quindi anche bianca) anche io amo Biancaneve e i suoi amici-spiriti guida nani. Una storia di morte e rinascita iniziatica, nella quale la Natura ha un ruolo molto forte.

    RispondiElimina
  16. Sì, la Natura ha senz'altro un ruolo determinante: non a caso la casa dei sette nani è immersa nella foresta ed il loro mestiere è quello di starsene tutto il giorno dentro una caverna ad estrarre minerali e pietre preziose. Portano alla luce ciò che sta nell'oscurità.
    Poi è una fiaba ricchissima di simboli.
    Lei alla fine si risveglia "cadendo" (mentre i nani la conducono al castello del principe, la bara in cui è rinchiusa scivola lungo un dirupo, e la caduta fa sì che il boccone di mela avvelenata le esca dalla bocca, svegliandola. E certamente sono i nani che provocano la caduta salvfica). Penso anche ai significati biblici allora (ovviamente fuori da qualsiasi visione religiosa, ma solo intesi in senso simbolico letterario, alla fine la Bibbia è un libro come un altro), per cui la caduta è prodromica al risveglio.
    Sai una cosa, bisognerebbe rileggerla.
    A ma da piccola piaceva tanto per via dei nanetti, della casina piccola. In fondo una parte di me continua a credere che da qualche parte, nel bosco, esista davvero. -)

    RispondiElimina
  17. Le fiabe come delle vere Guide ai percorsi di tipo iniziatico? Di sicuro. La Bibbia, come poi anche tutto il simbolismo Cristiano, è uno di questi percorsi, secondo me, con frequenti incroci e sovrapposizioni (d'altronde gli uomini e le culture si incontrano, influenzano e sovrappongono) con altri tracciati.
    Hai detto bene dei nani, sono dei veri spiriti tellurici, ctoni.
    Grazie per questi commenti così generosi e approfonditi

    RispondiElimina