Assorbita in pochi giorni la prima parte trasmessa (sette delle tredici puntate) della seconda stagione di The Walking Dead.
Due gli scenari: l'ingorgo e la fattoria. E' soprattutto nell'azienda agricola dei Greene, un'oasi di pace con al timone il vecchio Hershel, un religioso veterinario (in parte) ospitale, che i nostri amici sopravvisuti si troveranno a fare i conti con una serie di imprevisti e, soprattutto, con le problematiche dinamiche di gruppo.
Pare vi siano state anche ragioni di budget all'origine delle scelte di scrittura e produzione che prediligono un contesto stabile in cui approfondire caratteri e relazioni fra i personaggi. Su tutto spicca l'approfondimento del lato oscuro di Shane, l'"alter ego" di Rick, il "capobranco", con tutti gli scontri, le rivelazioni, le gelosie del caso.
Come si desume dal lungo trailer postato qui sopra, non mancano certo in questa seconda stagione teste spappolate, interiora marce e mortiferi spaventi: siamo semplicemente in un contesto deciasmanete meno dinamico e fuggiasco della prima stagione. Non è una cosa negativa, a mio avviso, anzi, questo incedere permette di tenere viva l'attenzione non solo verso l'azione, la spettacolarità e l'adrenalina associata alla violenza e alla velocità, ma anche e soprattutto nei confronti della complessità delle scelte indivudali (in primis per la moglie di Rick, e tutto questo non può non ricordare The Road, libro e film) e relazionali.
Dietro tuo consiglio (me l'hai citata in un commento) ho guardato il trailer ieri sera su youtube, giusto per capire se potesse interessarmi; dal trailer però in effetti si capisce poco, sembra la classica storia di Zombie e non sono riuscita a rendermi conto se a livello di dinamiche e relazioni interpersonali tra i sopravvissuti si vada in profondità o meno.
RispondiEliminaForse dovrei guardare un episodio almeno.
Però mi sa tanto che dopo Lost non riuscirò a trovare nulla che possa anche solo in parte "rimpiazzarlo" a livello di emozioni ed attenzione.
Fidati, è una gran bella serie The Walking Dead, non è la classica storia di zombie. Anche se leggi pareri in giro, ne troverai conferma, e di solito sono fonti autorevoli e fidate
RispondiEliminala prima stagione mi aveva annoiato. con la seconda invece mi sono finalmente preso bene. comunque noi cannibali nei confronti dei rivali zombie restiamo un po' diffidenti :)
RispondiEliminaAvevo letto una posizione non brillante in una delle tue brevi classifiche. Per me, invece, un'opera d'arte...quasi quanto il fumetto (che è DAVVEO un capolavoro, a parer mio, nel suo genere)
RispondiEliminaGran bella serie, a mio parere. Ho registrato una curiosa inversione emotiva tra prima e seconda serie. Nella prima l'ansia arriva dagli zombie ed è sempre più alta. Nella seconda l'ansia arriva dai vivi e anche questa aumenta man mano, facendoti finalmente rilassare quando compare qualche bavoso a cui viene rigorosamente sfracellato il cranio. Dopo tante parole, tiri il fiato quando c'è qualcuno che grugnisce. Ettore
RispondiEliminaUn'interessante analisi, Ettore. Merita un approfondimento.
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