Produttore esecutivo Martin Scorsese, The Boardwalk Empire (sottotitolo L'impero del crimine) si muove tra Chicago, New York e Atlantic City per raccontare imprese di gangster e importanti politicanti agli albori del proibizionismo e dell'elezione del ventinovesimo presidente degli Stati Uniti.
Steve Buscemi è lo spettacolare (al solito) interprete del personaggio principale, il tesoriere di Atlantic City Nucky Thompson e anche il resto del cast non scherza. Personalmente mi sono entusiasmato non poco per l'interpretazione (e il personaggio, da convinto estimatore dei vari padre Justin, Don Zauker e vari uomini di Chiesa dal cuore tenebroso...anche se qui si parla di un agente FBI) di Michael Shannon (il "pazzo" anche di My Son, My Son, What Have Ye Done):
A guardare i video qui sopra si intuisce come mai sottotitolatura -Impero del crimine- potesse essere più calzante. The Boardwalk Empire è una serie che scuote non solo per l'ottima sceneggiatura, le luccicanti scenografie, l'Oceano, la recitazione e il fascino dei tempi narrati, ma pure, a mio avviso, per l'angosciante "mole del male", cioè l'estensione e la violenza dei loschi affari di Nucky e degli altri assassini (è proprio questo il termine da usare). Intanto, una lettura storica suggerisce come il proibizionismo sia stato il vero trampolino di lancio dello strapotere della criminalità organizzata.
A livello caratteriale, poi, se per i personaggi dei giovani Lucky Luciano e Al Capone la componente sentimentale, umana, è minima, le cose cambiano per Nucky Thompson/Buscemi, così come per il suo pupillo e tirapiedi Jimmy Darmody (Michael Pitt). La complessità di questi personaggi, di spessore e intelligenza, tanto capaci di amore, generosità, responsabilità -addirittura- nel mondo e nel progresso (si pensi alla fiducia nella scienza di Darmody, o all'ossessione per strade e infrastrutture di Nucky) quanto saldamente efferati, prepotenti e corrotti, sballotta per bene lo spettatore tra l'ammirazione per un affascinante (sano?) egoismo ed esercizio della forza da un lato, e lo scandalo per un cieco desiderio di controllo, sopraffazione e potere dall'altro. In poche parole, l'ineluttabilità del male e della sofferenza (i due personaggi ne hanno subita molta), che conviene affrontare a viso aperto.
La solita storia, in fondo, ma ben dipinta e dimensionata. Lo dimostrano sia l'esuberanza carnale e animalesca sparsa ovunque, ma con gusto e misura, o la furia mistica e sadomasochista perfettamente governata dall'interpretazione di Shannon e dalla mano salda degli autori, sia le caratterizzazioni dei personaggi femminili che affiancano Thompson e Darmody, che sintetizzano perfettamente il vulcanico contrasto di sentimenti. Le loro storie avranno esiti diversi e inaspettati, le loro vite e scelte un profilo mai scontato.
Insomma, fate presto una puntata sul Boardwalk (che poi sarebbe la chilometrica camminata a mare su travi di legno di Atlantic City, sfilata di night, casinò e negozi chic) nell'attesa di scoprire come si modificheranno, nella annunciata seconda serie, gli equilibri germogliati nelle ultime puntate di questo primo e avvincente...giro di carte.