Fiutata la porta
L'uomo sprofonda
Varcando il sigillo
Che il Tempo ripose
Su ciò di più caro.
Luogo Prescelto:
Il Ponte Sacro
L'Arco nel Ciel.
Dentro, la sabbia
Fiamma e calcite
Rarefazione
Sfondi sfumati
Al disegno che fu.
Intenso, cinetico
Pittorico e vivo
Ombre danzanti
Tempio Anima-le
Di Uro e Leone.
Unica Mano:
Artista Divino
Balla, Antropologo
Balla, Pittore
Balla l'Amore per il Dolore
Mai così uguali
Mai tanto diversi
Nello Spazio
E nel Tempo,
Nel Lato Blu
"I'm not working,
It's the Spirit!"
La Metà invisibile
E' Segno di Fluido,
Sapere perduto
Permeabilità.
PS Homo Spiritualis
Tu forse sai se
I Coccodrilli bianchi
Si occuperanno di te!
Le caverne sono simbolo di passaggio e trasformazione, discesa nella profondità, penetrazione finalizzata alla rinascita, nell'acqua delle cavità, fluido primordiale, e nelle vastità che a volte s'aprono nelle viscere della Terra.
Cave of Forgotten Dreams è un film che
si addentra e si sintonizza a una recente scoperta di immenso valore (mai pitture rupestri così antiche e così ben conservate). Un patrimonio dell'umanità (e non solo, va detto!) trasportato su pellicola che vedere in Italia e in 3D non è mica così scontato. A Milano, per pochissimi giorni,
c'è questa possibilità.
Questa
poesia in forma di recensione parla praticamente solo del soggetto dell'opera perché il soggetto è troppo straordinario per non accaparrarsi il massimo della mia attenzione (e del lirismo, in questo caso!). Sulle scelte filmico-artistiche del caro Herzog potrei solo dire che
ci siamo: un appassionato e attento viaggio in un Tempio dell'Arte e del Sacro, un documentario descrittivo, da un punto di vista scientifico senza essere filomaterialista, ma con "quel pizzico" alla Herzog, per cui godere a raccontare stranezze, suggerire percorsi, ip(n)otizzare visioni. Ma, con tale materiale a disposizione, chissà quali traiettorie ed esperienze, filmiche ma non in stretto senso, si potrebbero realizzare. Questa, però, non è un'eventualità al momento concretizzabile visto che Chauvet, per ovvie ragioni di preservazione di ciò che è rimasto intatto per 30000 anni, non è visitabile. Tranne per la mini troupe del regista tedesco e per chi ha potuto godersi, anche grazie a un utile e riuscito 3D, il suo prezioso lavoro.